Nata a Fiume, quando quella città era già un importante scalo mercantile asburgico, Giuseppina apparteneva alla famiglia del primo governatore civile e militare austriaco della Dalmazia, il barone Francesco Saverio de Tomassich, imparentata con l’attivo ceto mercantile fiumano. Dopo la morte del marito prese saldamente in mano le redini della fabbrica, coadiuvata, secondo le indicazioni testamentarie del marito, da Ignazio Alberti. Ma l’indegno comportamento del coamministratore della fabbrica ne provocò l’allontanamento, invocato da Giuseppina e imposto dal Tribunale di Zara nel 1824. Per più di vent’anni, dal 1822 al 1843, la vedova di Giuseppe condusse con energia e profitto la fabbrica, mostrando spiccate doti imprenditoriali, curò gli interessi della famiglia, badando agli investimenti, senza trascurare nel contempo l’educazione dei figli, cresciuti con orizzonti culturali ampi e con interessi artistici spiccati, che vennero saggiamente incoraggiati. Anche in casa, dove Nicolò Tommaseo fu sempre presente come amico e consigliere affettuoso, Giuseppina creò un clima di grande vivacità culturale. L’amministrazione di Giuseppina Bassan durò fino al 1° nov. 1843, quando cedette, anche se forzatamente, il bastone del comando ai figli.