Discorso del presidente per l’inaugurazione della mostra (8 giugno 2022).
Locandina della mostra
Nel dare il benvenuto ai presenti, in veste di presidente dell’associazione Archi-VA Valori Archivistici APS, ringrazio prima di tutto l’assessore Andrea Colasio, che ha trovato il tempo, fra i tanti impegni di questo periodo, per presenziare a questa prima esposizione realizzata dall’associazione.
Questa esposizione monografica di Giuseppe Poletto assume la fisionomia di un documento programmatico della nostra attività.
Preciso subito, a scanso di equivoci, che non sono una critica d’arte, sono un’archivista, ma soprattutto sono una persona desiderosa di dare voce e spazio alle emozioni che l’espressione artistica sa suscitare in chiunque, indipendentemente dal suo profilo culturale.
Ciò che era in embrione nel novembre del 2019, quando l’associazione è nata e quando ha presentato la mostra di Anna Battaglia, organizzata dal Comune di Padova, si è sviluppato, anche sulla spinta di quanto la recente pandemia ha suscitato in tutti noi: l’isolamento forzato, la dipendenza pressoché totale dal digitale, strumento potente e risolutore di molti problemi, ma nel contempo condizionante e irrinunciabile, penetrante e diffusore anche di messaggi fasulli e scatenanti istinti riprovevoli, hanno determinato un innegabile distacco dalla fisicità e un allontanamento da capacità manuali di espressione artistica.
Questa esperienza tragica ha suscitato la voglia di usare pienamente tutti e cinque i nostri sensi per suscitare nel nostro animo pensieri, emozioni, progetti e il desiderio di riappropriarci con urgenza del mondo reale, naturale e umano, per riflettere consapevolmente sulle nostre esistenze, private e collettive, di apprendere tecniche tradizionali e raffinate usate in modo innovativo e provocatorio.
Da questi presupposti si è partiti per scegliere l’artista con cui dare avvio a un settore non marginale dell’attività dell’associazione, che si pone come obiettivo di dare voce ad artisti ingiustamente ignorati o trascurati dai mercanti d’arte, attenti solo alla commerciabilità dei prodotti artistici.
La mia radicata convinzione che ogni vita meriti di essere narrata si traduce nella volontà di non trascurare artisti, capaci di interpretare con i mezzi espressivi loro congeniali sentimenti ed emozioni in grado di renderci migliori, di farci vivere in armonia con noi stessi e con il mondo variegato che ci circonda.
La presunzione è di coinvolgere un pubblico eterogeneo, anche impreparato, comunque meritevole di godere delle espressioni artistiche, tralasciando fini meramente commerciali e speculativi. Giuseppe Poletto, che ringrazio per aver accettato di esporre alcune delle sue opere in una sede tutto sommato dimessa, anche se ospitale, incarna perfettamente la voglia di esprimersi liberamente, al di fuori dei condizionamenti, abbinata al recupero della fisicità dei materiali e della raffinata manualità nella realizzazione delle sue opere: tecniche antiche reinterpretate in chiave moderna. L’esposizione, tradizionale e innovativa allo stesso tempo, vuol far scaturire nell’animo dei visitatori le emozioni altalenanti di un’esistenza vissuta con consapevole lucidità, nel tentativo di esprimere geometricamente il perenne conflitto tra passato e futuro, fra rimpianti e progetti.
Giuseppe Poletto è nato a Padova il 20 marzo 1934.
Introdotto dal padre Antonio, affermato disegnatore tipografo, all’arte antica e sapiente della realizzazione di stampe, ha seguito i corsi serali di ragioneria all’istituto “Calvi” di Padova e ha conseguito la maturità con il massimo dei voti. Subito assunto dalla Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, ha avuto una brillante carriera e ha raggiunto la carica di vicepresidente.
Ha seguito studi di Economia e Commercio. Successivamente, ha collaborato, come consulente finanziario, del gruppo Despar ed è stato socio fondatore del Golf Club della Montecchia.
Dopo aver lavorato per 45 anni nel settore finanziario, è tornato alla sua passione giovanile, la grafica. Si è iscritto e ha frequentato per alcuni anni a Venezia la Scuola Internazionale di Grafica, dove ha approfondito le tecniche che gli erano più congeniali (puntasecca, acquaforte, acquatinta, xilografia, monotipo). Ha potuto, quindi, sviluppare la passione per l’arte e, in particolare, per la grafica trasmessagli dal padre Antonio, dal quale ha assorbito con naturalezza manualità e senso del colore, due costanti della sua espressione artistica.
La sua personalità si è espressa fin dagli anni giovanili con rielaborazioni autonome di tecniche apprese in disegni litografici e su piastrelle di ceramica. La passione è stata poi coltivata e applicata a diverse tecniche e materiali.
Negli anni trascorsi a Venezia ha maturato la convinzione che la tecnica debba stimolare l’immaginazione, eccitandola e sollecitandola ad agire.
Nel suo laboratorio super attrezzato ha sviluppato sperimentazione grafica, utilizzando sia lastre di metallo per la puntasecca, l’acquaforte e l’acquatinta sia legno per la xilografia. Ha iniziato a utilizzare anche matrici di cartone, che consentono una molteplicità di interventi nella stampa: ad esempio, un intaglio agevolato e una tecnica di strappo che valorizza la gradualità delle sfumature, anche nel monotipo. Nelle opere d’arte prodotte fino a una decina di anni fa, in prevalenza stampe grafiche in quadricromia, ha costantemente ricercato un equilibrio tra forme e colori per esprimere molteplici sensazioni, sentite e comunicate con forza ed energia.
Negli ultimi anni la sua produzione si è concentrata nel rigoroso e conflittuale dialogo tra bianco e nero, che nulla toglie all’energia del messaggio emotivo.
Giuseppe Poletto ha esposto in mostre collettive e personali, ottenendo ampi riconoscimenti. Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private.