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Giovedì, 21 novembre 2024


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Vivere nelle favole

Discorso del presidente per l’inaugurazione di “Vivere nelle favole” (Farnese, 7 agosto 2021)

L’associazione Archi-VA Valori Archivistici, che ha organizzato e gestito del tutto gratuitamente la manifestazione “Vivere nelle favole”, conclusasi oggi, ritiene che l’arte debba essere condivisione di emozioni, prima di tutto, di ricordi, di idee, di memorie, di sentimenti, oltre che interpretazione di bisogni talora inespressi. Convinta di questo e del valore della street art, quella autenticamente libera da condizionamenti commerciali, Archi-VA ha voluto fortemente “Vivere nelle favole”, iniziativa corale che la comunità delle persone, prima ancora che le istituzioni, ha accolto con entusiasmo, incoraggiato e sorretto.

Borgo Farnese

Il borgo Farnese

Naturalmente il nostro ringraziamento alle istituzioni non può mancare: prima di tutto al Comune di Farnese, che – dopo aver capito la portata del progetto, soprattutto per l’intensa espressione di spirito comunitario del borgo, ma anche per le auspicabili ricadute economiche, ulteriormente sviluppabili, ha voluto mettere a disposizione degli artisti soluzioni di pernottamento. Un ringraziamento va anche alla Regione Lazio per avere concesso, sia pur tardivamente, il patrocinio, peraltro indirizzato a un destinatario inesistente (Archi-VA Valori Artistici: lapsus calami che sottintende la considerazione che sole le espressioni artistiche abbiano un valore, senza tener presente che all’archivio, inteso in senso lato, è universalmente attribuito un valore civile, oltre che culturale. Del resto già un illustre giurista del Seicento sosteneva che non può esistere alcuna forma di governo senza gli archivi).

Il ringraziamento più caloroso va alla nostra vicepresidente, Rosanna Chiggiato, e al nostro socio, Riccardo Cerutti, che hanno pensato questa formula di valorizzazione di un antico e suggestivo borgo della nostra bella Italia, ricca di memorie e tradizioni, e agli artisti che hanno generosamente messo a disposizione la loro arte e il loro tempo in maniera totalmente gratuita. Li voglio nominare uno ad uno, come forma di consegna alla memoria futura del loro impegno civile: Andrea Bastianoni, Cristina Cavallo, Alfredo Berlingheri con Beatrice e Paola Mercenaro, Roberto Coffey, Claudio Crespi, i Pittori Anonimi del Trullo PAT (vale a dire Mario D’Amico, Domenico Di Ruocco, Manuela Merlo, Giusy Guerriero), Alessio e Sharon Cardarelli, le Nasolunghe (Laura Gentili, Francesca Proietti Sorbini, Barbara Paganucci), Tiziana Mancini, Debora Marinelli, Samuele Muleddu, Nicoletta Potenti, Vincenzo Poy, Cosimo Quartana, Simone Rigatti, Carlo e Jacopo Rogo, Leonardo Salgado, Stefano e Assunta Santoro, Giuliana Vacca, Artù e Jacopo Zoppolato.

L’innegabile successo del progetto, giunto oggi alla sua realizzazione, è confermato, oltre che dalla condivisione di intenti e dalla richiesta del Comune di Caltanissetta di organizzare qualcosa di significativo per quella città siciliana e per il suo patrimonio archivistico, culturale e artistico, dal fatto che la nostra attività abbia suscitato iniziative collaterali, anche se non gratuite e forse non filologicamente impostate, intendendo per filologia la conoscenza dei manufatti esistenti e il rispetto dei materiali tradizionali, come – nel caso di Farnese – il tufo.

Pensare un progetto, infatti, significa studiare e comprendere lo spiritus loci, conoscere i materiali, tener conto delle tradizioni sia quelle culturali, comprese quelle cinematografiche, alle quali gli archivisti hanno da tempo dedicato attenzione e cura,sia quelle afferenti alla cultura materiale, fatta di manualità e inventiva. Nel ricordare, quindi, la scelta del regista Comencini di ambientare a Farnese il suo Pinocchio – scelta, ben impressa nelle menti degli abitanti, che fu in grado di trasformare la povertà dignitosa in ricchezza, anche emotiva – mi preme sottolineare come il progetto abbia tenuto conto filologicamente delle caratteristiche e dei materiali presenti nel borgo.